Cosa succederebbe se la normalità della nostra routine venisse bruscamente interrotta da una scura, fitta e sporca nebbia capace, non solo di offuscare la vista, ma di cancellare il Tempo?
Un gioco di equivoci e di ironia che Andrea Vitali propone ad un pubblico che va dai giovanissimi ai suoi fan più cresciuti.
La storia inizia in un paese senza nome e ha per protagonista un bambino stanco di tutta la monotonia che lo circonda. D’improvviso a spezzare quella normalità arriva una “strana” nebbia che immerge il paese nel silenzio e nel bianco, e i suoi abitanti nello stupore. Dai calendari infatti scompaiono le date e tutti perdono la cognizione del tempo: si scatenano così dibattiti e discussioni per capire che giorno della settimana sia. Il caos e la confusione regnano sovrani anche tra gli adulti, che si vedono strappare via la loro amata routine, e tutta la normalità sembra sparita lasciando il posto a quella nebbia misteriosa.
Interessante è la metafora della nube biancastra, che nel corso della storia diventa sempre più sporca, impregnandosi dello smog e dell’inquinamento prodotti dalla cittadina, chiaro riferimento all’ ecologia, alla cura che dovremmo avere dell’ambiente.
Una delle tante interpretazioni che Vitali sembra suggerire al lettore è quella di imparare ad apprezzare le piccole cose nella loro semplicità, senza mai considerarle banali, perché solo quando si perdono le proprie abitudini se ne sente davvero la mancanza e se ne comprende l’importanza.
La nebbia rappresenta in realtà un periodo molto buio dell’autore, che considera la scrittura un mezzo per uscire da questa nebbia ma che è anche una fonte di divertimento in primis per se stesso e poi per i suoi lettori, a cui spiega che raccontare favole può essere una forma di ribellione senza sangue e senza violenza.
Federica Guzzi Susini e Giulia Lubatti, IC. Peyron; Alessandro Caruso tutor Fuorilegge.
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