È triste come proprio attraverso la guerra si comprenda a fondo lo sviluppo tecnologico di un Paese; ed è ancora più triste constatare come proprio durante i conflitti sia riconosciuto il ruolo prioritario che hanno le donne, altrimenti considerate marginali nella società.

E proprio di donne e di guerra parla il libro che ha presentato oggi Dacia Maraini, con l’intervento dello storico Franco Cardini, di fronte ad un’Arena gremita di persone. L’idea è nata per il centenario della prima Guerra Mondiale e il risultato ottenuto dal gruppo  di giornaliste e scrittrici che fanno parte di Controparola, è stata una raccolta di diverse realtà, di più ritratti di donne che hanno partecipato attivamente alla Grande Guerra.  Non si tratta di un saggio, bensì di un libro narrativo, sicuramente rivolto ad un pubblico adulto, e che racconta l’atrocità e l’inutilità del primo conflitto mondiale, ma che vuol mettere in risalto il ruolo delle donne in quel periodo.

Il professor Cardini afferma che, se durante la guerra le donne non portano la divisa e non imbracciano armi, questo non vuol dire che siano meno coinvolte: esse salvano le vite dei loro soldati, invece che toglierla agli avversari. Mentre al giorno d’oggi le donne sono libere di entrare a far parte dell’esercito in tutte le sue componenti, durante la Grande Guerra andavano al fronte come Crocerossine o, loro malgrado, come prostitute per rendere più sopportabili le sofferenze dei soldati in trincea, oppure rimanevano a casa ricoprendo i ruoli dei mariti e dei figli in guerra. Ecco che in questo modo si riscattarono, dimostrando al mondo che anche tra loro c’erano eccellenze adatte a essere impegnate in ogni campo: negli ospedali, nelle fabbriche come operaie e dirigenti. La guerra ha dato loro l’arte della parsimonia, una qualità che dovrebbe essere rivalutata anche nella nostra società.

Secondo Dacia Maraini, che ha scritto l’introduzione al libro Donne nella grande guerra (il Mulino), le donne hanno sempre partecipato alle guerre da che mondo è mondo; solo nel momento in cui è nato il Ministero della Guerra, e la conseguente gerarchia militare, ne sono state tagliate fuori.

La scrittrice cita alcuni esempi di donne, riferendosi al libro, per spiegare concretamente il pensiero guida dell’incontro, ovvero che lo spirito delle donne, durante la guerra, è stato quello di massimo sacrificio per la famiglia e per la Patria.
In particolare si sofferma a parlare della regina Elena di Savoia, in quanto proprio chi ci governa dovrebbe avere il dovere, anche morale, di dare il buon esempio: non devono essere semplicemente corretti, ma dare il massimo per essere sempre meglio degli altri. Così sì che daranno l’esempio che tutti si aspettano da loro. La regina Elena nel 1908 andò a Messina in seguito al terremoto, trasformando una nave militare in ospedale; durante la guerra si presentò in prima linea, senza paura di rischiare la vita, mostrando un sincero dolore per i soldati morti.

I temi trattati sicuramente erano tanto interessanti quanto complessi, ma Dacia Maraini è riuscita con il suo linguaggio chiaro a definire il libro nel suo insieme, e il professor Cardini abilmente ha inserito quelle storie di donne in un contesto storico preciso, con diversi richiami a conflitti passati e società guerriere della storia antica.

 

Eleonora Mantovani Scuola Secondaria di Primo Grado Caduti di Cefalonia, Torino

Sara Tavella Liceo Copernico Torino, tutor Fuorilegge