Il progetto Biblio-lines ha inaugurato la sua avventura di ospite del Bookblog durante il seminario “Libri e lettori in Italia. Presente e futuro della lettura”, all’interno di “Torino che legge” (http://www.torinochelegge.it/), lo scorso 24 aprile.
Abbiamo iniziato la nostra operazione di indagine della biblioteca pubblica approfittando dell’occasione offerta dal seminario, al termine del quale ci siamo lanciati nelle prime somministrazioni di questionari e interviste. L’insieme di interventi ha costituito un viaggio attraverso le declinazioni del libro e i modi verbali del leggere, elementi di partenza di ogni possibile discorso sulla lettura e, quindi, punto di appoggio anche del nostro progetto.
La serie di contributi ha costituito un esempio di quanto le premure non siano mai abbastanza quando si vuole trattare del libro e della sua promozione. “Le parole sono importanti”, come dice Michele nel film Palombella rossa di Nanni Moretti, quando poi si tratta di promuovere la diffusione di parole scritte, lo sono ancora di più. Tutta la serie degli interventi si è sviluppata all’insegna del tema della responsabilità, vista come un concetto strettamente legato al mondo del libro.
Il proposito di promuovere la lettura richiede grande responsabilità, anche semplicemente per poterne parlare. La consapevolezza di dovere chiarire i termini del discorso è stata saldata a punti di vista diversi nel corso dei vari interventi.
Giovanni Solimine, Università “La Sapienza”, ha presentato gli ultimi dati ISTAT sulla lettura derivandone una precisa declinazione del concetto di responsabilità. Viste e considerate le previsioni di un’onda lunga “generazionale” di non lettura nel prossimo futuro, occorre che vari soggetti formativi si facciano carico di trasmettere la capacità di ricavare conoscenza dall’eccesso di informazioni.
Giusi Marchetta, insegnante e scrittrice, autrice del recente Lettori si cresce (Einaudi 2015) si è poi interrogata sulle ragioni che possono motivare la promozione e diffusione della lettura. La lettura è una capacità che rende possibile arricchire tutti gli aspetti della vita, compresi i dati ISTAT. L’attività di leggere permette l’accesso a quel serbatoio di immaginazione che deriva dal patrimonio di storie comuni: è una competenza essenziale da riconoscere e valorizzare. Per queste ragioni “leggere” può, e deve, essere coniugato al modo imperativo. Un imperativo kantiano, ispirato più al “leggiamo” che al “leggete”.
Franco Bungaro, coordinatore dei servizi bibliotecari dell’Università d Torino, ha ribadito il concetti di responsabilità legato alla lettura come competenza, per passare poi la parola a Enzo Borio, presidente di AIB Piemonte e coordinatore di un’area dello SBAM (Sistema bibliotecario di area metropolitana), che ha spostato il focus della discussione sulle biblioteche e il loro ruolo. La responsabilità delle biblioteche appare enorme: rivestire un ruolo sociale nel tentativo di rendere possibile l’accesso alla cultura a tutti i segmenti della popolazione, senza, allo stesso tempo, volersi imporre ad ogni costo.
Maria Vittoria Savio, Politecnico di Torino, ha dato ulteriore complessità alla mole degli interrogativi evocati nel pomeriggio, presentando i risultati di una ricerca sulle abitudini di lettura degli studenti del Politecnico.
Maurizio Vivarelli, Università degli Studi di Torino, si è dedicato a conferire profondità di campo al tema della supposta collettività “che legge”, fornendo spunti di approfondimento storico-artistici e prendendo in esame il, consistente, rovescio della medaglia. Non si può ignorare la molteplicità di non lettori, alla quale si deve accordare una legittimazione preliminare a ogni possibile azione di promozione della lettura.
Marco Cassini, edizioni Sur, e Rocco Pinto, libraio, hanno poi fornito al dibattito un interessante sguardo pratico. Due figure concretamente impegnate nella far fronte quotidianamente alle percentuali di lettori, hanno ribadito la necessità di riflettere sui modi e sulle sfumature dei termini della discussione prima di procedere a ogni iniziativa di sensibilizzazione alla lettura, elemento indicativo del clima del seminario.
Le parole, i modi, le declinazioni, sono importanti e, come ricorda Enrico Pasini, Università deli Studi di Torino, se di imperativi ci si vuole servire, bisogna tenere presente che l’imperativo della lettura ha la sua origine nel testo dell’Apocalisse: trattare con cura.
Da segnalare infine un ulteriore tassello dell’ecosistema librario. Durante il seminario, alcuni studenti di Storia dell’arte dell’Università (che portano avanti diverse iniziative sul blog https://studentiarteto.wordpress.com/2015/04/25/il-nostro-intervento-a-torino-che-legge/, storicidellarte@gmail.com ) hanno dato conto dei recenti problematici provvedimenti di restrizione dell’orario della Biblioteca d’arte della Fondazione Torino Musei, che hanno suscitato un appassionato dibattito a livello cittadino. Gli studenti hanno esposto le azioni che hanno già portato a termine e quelle che hanno in programma allo scopo di esprimere un ragionevole e condivisibile dissenso rispetto ad una scelta che certamente non facilita la pratica della lettura in un luogo, la biblioteca, ad essa tradizionalmente vocato e dedicato.
Francesca Martino
Nessun commento
Non ci sono ancora commenti, ma tu potresti essere il primo a scriverne uno.