Il pubblico poco numeroso presente il 14 maggio nei locali della Bibliomediateca Mario Gromo, in via Matilde Serao, non faceva affatto onore all’incontro tenutosi e, soprattutto, al tema affrontato. Leopoldo Grosso, vicepresidente del gruppo Abele, e Augusto Consoli, responsabile dell’ASL di corso Vercelli che si occupa di patologie delle dipendenze, hanno discusso con Salvatore Giancane sul consumo di eroina, che ultimamente è erroneamente considerato un fenomeno sorpassato, nonostante i dati raccolti riportino ad una realtà allarmante.

Salvatore Giancane è il direttore dell’unità mobile di Bologna, ormai l’unica in Italia che si occupa di distribuire il metadone in strada, intervenendo regolarmente per arginare i casi di overdose. In passato ha lavorato come medico penitenziario nel reparto di tossico-dipendenza ed è sempre stato aperto alla cooperazione con le comunità, al contrario di come succedeva spesso in passato, quanto le unità mobili operanti per le strade e gli enti destinati alla riabilitazione dei tossico-dipendenti si trovavano su fronti contrapposti.

Durante l’incontro, però, Giancane si è presentato alla bibliomediateca soprattutto in qualità di autore del libro Eroina, pubblicato dal gruppo Abele.
Si tratta di un testo divulgativo sul consumo e il narcotraffico di eroina e mirato ad inquadrare, con analisi rigorose e spiegazioni approfondite, il quadro sociale in cui persiste l’uso di questa droga. Augusto Consoli lo descrive come un testo di “antropologia sociale”, in cui l’autore mette anche bene a fuoco, con un linguaggio per altro molto chiaro ed esaustivo, gli sviluppi storici legati allo spaccio di eroina e i nuovi fenomeni dovuti a sostanze introdotte più recentemente (come, ad esempio, i painkillers ormai molto diffusi in America).

L’autore ha spiegato che dietro alla stesura di questo libro c’è soprattutto l’indignazione, sua e a nome di tutti gli enti che si occupano di tossico-dipendenza, per il modo in cui il caso dell’eroina è stato liquidato. Probabilmente i continui casi di overdose o i dati che parlano del persistente consumo non sono più abbastanza eclatanti per l’interesse pubblico poiché, per quanto sia ancora molto diffuso, non raggiunge più i picchi toccati negli anni ’80. E allora, però, qual è davvero il motivo per cui se ne parla sempre meno? Perchè il consumo è diminuito, o perchè utilizziamo schemi di pensiero ormai antiquati, che non sono più capaci di raccontare la realtà? Per Salvatore Giancane il vero motivo è che negli ultimi decenni è decaduto l’uso di eroina per come la si conosceva, ma non della sostanza in sé, che è rimasta in circolo e continua a provocare gli stessi effetti dannosi di trent’anni fa.

Ci sono state delle radicali variazioni legate al consumo di questa droga, ma ciò non ha determinato il superamento del fenomeno. Attualmente in Italia non è più la mafia ad occuparsi dello spaccio capillare in tutta la penisola, bensì i singoli trafficanti albanesi o pakistani che arrivano da noi portando con loro quantità più o meno considerevoli di eroina. Questo comporta una diversificazione del prodotto finito (e quindi la perdita del monoprodotto garantito dalla mafia) e uno spaccio meno organizzato che a sua volta è causa del calo di consumatori nelle zone più difficilmente raggiungibili (regioni più interne) e un aumento dei casi di overdose lì dove invece arrivano gli immigrati e si ha quindi una pericolosa concentrazione del prodotto.

I tre conduttori si sono soffermati a lungo sul perché i media e le autorità competenti stiano tralasciando il fenomeno dell’eroina e, soprattuto, sul perché ciò sia controproducente rispetto alle numerose iniziative organizzate dagli enti competenti e finalizzate ad informare la popolazione riguardo ai danni provocati da questo tipo di droga.
Parlandone sempre meno e tendendo a considerare le droghe ‘tutte uguali’, si rischia che passi il messaggio sbagliato e che alla fine vengano banalizzate proprio quelle droghe che, come l’eroina, risultano invece più pesanti e dannose.

Matteo Scorcione, Liceo scientifico Copernico 
Sara Tavella, tutor Salone Off