Nella sala 500 del Lingotto, la mattina di domenica 11 maggio si è svolta un’importante conferenza con uno tra i Grandi Ospiti del Salone: il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini.

L’incontro ha avuto luogo in funzione della premiazione del progetto “Oulx Lab-Io sono un cantautore” creato dal preside dell’Istituto di Oulx per unire all’insegnamento scolastico quello musicale. Erano presenti anche Edvige Mastrantuono e Carmela Palumbo, del Ministero dell’Istruzione, Pietro Ainardi, presidente dell’Istituto di Oulx ed il sindaco di Oulx Paolo De Marchis. Il desiderio che ha spinto ad organizzare questa iniziativa è stata la volontà di incentivare l’insegnamento pratico e non solo teorico della musica, spingendo i ragazzi a mettersi in gioco e a collaborare con i professori.

Strutturato in tre fasi, che comprendono un concorso regionale, una conferenza nazionale e una scuola estiva di musica, il progetto ha premiato i tre migliori elaborati – testi e musiche – composti dagli studenti delle scuole superiori di secondo grado. “La musica,” dice Pietro Ainardi, “può salvare, riempire la vita, diventando così un punto di riferimento per molti ragazzi”.

E’ seguito l’intervento del ministro Stefania Giannini, la quale ritiene che insegnare la musica in Italia sia una sfida e prima di poter procedere si debba considerare il debito culturale che si ha nei confronti della storia, ed anche il credito verso il futuro. Mentre fin dall’antichità nella cultura occidentale la musica aveva particolare rilievo, ora la preparazione storico-musicale del nostro Paese viene completamente trascurata. C’è bisogno di attuare dei cambiamenti all’interno delle istituzioni AFAM, per riportare un ordine, ed anche la volontà di aumentare la qualità degli specialisti.

Una nuova idea è  creare un modello scolastico che preveda spazi di interazione tra scuola, classi e cittadinanza. In un comune italiano si è visto come molti pensionanti desidererebbero insegnare la loro musica ai giovani e partecipare alla diffusione di una cultura musicale. Molto interessante è il riferimento al verbo inglese “play” per il significato non solo di fare musica, ma soprattutto di giocare. Nel gioco i ragazzi mettono passione e impegno, qualità che servirebbe anche impiegare nella scuola, e dunque sarebbe particolarmente utile unire sia l’ambito ludico sia l’ambito scolastico e cercare di rianimare la volontà dei giovani, che probabilmente sarebbero più invogliati anche ad imparare.

L’incontro si è concluso con la premiazione sia del concorso regionale, sia di quello nazionale “Oulx Lab” tra licei e con l’ascolto della canzone vincitrice. Da studenti, crediamo che se a questo progetto aderissero anche le altre scuole italiane, l’istruzione ne trarrebbe giovamento e la frequentazione scolastica sarebbe anche molto più piacevole.

Beatrice Rossini e Martina Locastro

Redazione Alfieri