Il saggio Lo scopo nel diritto, pubblicato da Rudolf Von Jhering nel 1877, viene riproposto e rielaborato dal filosofo e giurista Mario Losano. Ma qual’è l’attualità di un’opera risalente a più di cent’anni fa?

Per chi è interessato alla politica odierna, Jhering elabora una definizione quanto mai attuale dell’arte del governare: è la visione di un interesse lontano. Di fatto Jhering, osservatore e registratore degli interessi della società,  propone una nuova impostazione del diritto, slegata dal diritto romano (pensato per la aristocrazia latifondista), e basato sulla tutela dell’interesse della classe industriale, sempre più affermata in quegli anni.

Influenzato dalla visione classista della società tedesca del 1848, Jhering teorizzava l’impossibilità tra queste di comunicare. Infatti, è interamente convinto dell’egoismo essenziale che infleunza gli esseri umani, spingendoli a scrutarsi con l’occhio utilitaristico, di chi è abituato a soppesare il valore della merce. Lontano però dal pensiero rivoluzionario di Karl Marx, suo contemporaneo, Jhering criticava le idee comuniste di abolizione della proprietà privata, che considerava un sogno irrealizzabile; ne prevedeva, in futuro, una probabile modificazione, ma era convinto della sua eterna esistenza. Sarebbero state in futuro le tasse a riempire le casse dello Stato e ripartire in modo più equo il capitale nella società. Neanche Jhering, però, può evitare di considerare il tema dello scontro sociale, impellente e imprescindibile nell’Europa di metà Ottocento.

Il diritto è per l’autore lo strumento dell’agire sociale: è lotta e coordinamento della lotta; può comporre dissidi, ma anche fomentarli.

Ludovica Barbieri, Linda Pincelli

Liceo Classico L. Ariosto