Dopo una lunga disputa con le nostre compagne reporter Fuorilegge, Andrea e io siamo riusciti ad aggiudicarci il tanto ambito incontro in cui Luciana Littizzetto dialogherà, al Salone del Libro, con Anna Pavignano, l’autrice di Tutto quello che vorrei.

Abbiamo insistito molto perché la riteniamo un personaggio simbolo attiva come è nel difendere il ruolo della donna nella società. E non solo, è anche attrice e scrittrice.  Crediamo sia una persona con grandi qualità umane, aldilà della sua bravura come donna di spettacolo, infatti ha da alcuni anni due ragazzi in affido.

Nonostante la Littizzetto si rivolga a un pubblico prettamente femminile, molti uomini la seguono e la ammirano per la sua forte personalità: noi due ne siamo un esempio, infatti non vediamo l’ora di poterla incontrare ed eventualmente anche parlare.

È un’occasione davvero irripetibile perché  non capita tutti i giorni di incontrare la donna che ha ricevuto il premio come miglior personaggio  femminile del 2013.

Per noi è diventata un vero mito, soprattutto dopo che abbiamo ascoltato il suo intervento sul femminicidio e la violenza sulle donne durante il Festival di San Remo. È stata davvero sorprendente, in pochi minuti è riuscita a calamitare l’attenzione di tutti parlando di un argomento così delicato  “La violenza e le botte non c’entrano un tubo con l’amore. Un uomo che ci mena non ci ama.” ha detto. Nel suo monologo ha condannato duramente la violenza nei confronti delle donne, una violenza che non può trovare nessuna giustificazione.

Ma quello di San Remo non è stato l’unico discorso che abbiamo avuto modo di apprezzare, ce ne sono stati altri, in particolare quello riguardo alla sentenza della Thyssen ci ha colpito molto. L’ultimo verdetto del tribunale ha infatti ridotto la pena agli accusati, scatenando la rabbia dei parenti delle vittime. La Littizzetto nel suo intervento a Che tempo che fa si è schierata dalla parte di coloro che, nella tragedia del 6 Dicembre 2007, hanno perso un figlio oppure il marito, e ha accusato i giornalisti per aver definito “una gazzarra” le proteste di dolore dei parenti. Il dolore deve essere compreso e rispettato, in fondo si chiede solo giustizia. “Dicono che in quest’ultimo anno le morti sul lavoro siano diminuite del 3%. Peccato che non sia un fatto positivo: è solo che c’è molta meno gente che ha un lavoro“.

E concludiamo con queste sue parole: ” Le donne non sono sagge? Noi donne abbiamo più sale in zucca di voi uomini! Non ci sono dittatori donne, noi le bombe non le buttiamo.”

Andrea Trentalange e Luca Giraudo, 3 E SMS Caduti di Cefalonia, reporter Fuorilegge