Tullio Avoledo canta l’inno dei giardinieri con un accento inglese un po’ stentato. Il pubblico sbalordito applaude.  Così si apre la conferenza per la presentazione dell’ultimo libro della trilogia di Margaret Atwood, organizzata con la collaborazione del Salone del Libro di Torino. I tre scritti non hanno differenza cronologica ma di prospettiva , con tre focalizzazioni di narrazione differente. In uno scenario apocalittico dove gli uomini, vittime di un esperimento fallito di un genio malato, vengono ridotti ad un patch-work di esseri viventi per creare una sorta di ‘bestie perfette’, i cracker, si snoda la vicenda raccontata dall’autrice. Il genere di Margaret Atwood viene spesso ridotto ad essere definito come semplice “fantascienza”, quando in realtà è molto di più: l’universo dei  suoi romanzi può essere considerato distopico. La sua narrativa è dunque specializzata nel delineare altri mondi possibili per spiegare in modo più esaustivo il nostro.

The God’s gardener sembrano essere gli eroi del romanzo, una setta ecologica che sopravvive all’esercito di cracker, coltivando orti sui tetti delle case. Agiscono in nome di dio, una gruppo dunque, che in un mondo distrutto, predica l’amore per il prossimo e per la natura. Da qui si evidenzia il grande lato ecologista della Atwood che tutt’oggi è impegnata in una battaglia per la salvaguardia degli avvoltoi. “Perché proprio gli avvoltoi?” domanda Avoledo. “L’uomo si rende conto dell’importanza delle altre specie solo quando capisce che la loro scomparsa potrebbe nuocergli”. Per tanto, siamo tutti interconnessi.

Approfondendo l’argomento sulla setta religiosa descritta nel libro, il pubblico scopre che in realtà essa esiste realmente, anzi, moltissimi culti presentano caratteristiche simili alla storia o addirittura esageratamente folli.

Avoledo elogia inoltre la narrazione della scrittrice per la sua capacità di mantenere una certa ironia pur trattando temi catastrofici. E così come è iniziata, la conferenza si conclude con l’inno alle talpe cantato, con una pronuncia e un’ intonazione sicuramente più piacevoli, dalla Atwood stessa.

Francesca Romano, Sara Gurizzan

Liceo Alfieri Torino e Liceo M. Grigoletti Pordenone