Con uno sguardo tutto al femminile, Pordenonelegge quest’anno propone Caterina Bonvicini come ospite per parlare dell’amicizia, uno degli otto temi affrontati dal progetto “la mappa dei sentimenti”.
Ma che cos’è l’amicizia? Si potrebbero portare numerosi esempi, si vedano Eurialo e Niso o Patroclo e Achille, ma forse è più opportuno partire, come ha fatto la scrittrice, proprio dalla “Pimpa”. Infatti, già nella letteratura per bambini è presente il tema dell’amicizia, un sentimento semplice e fondamentale, condiviso da tutti.
E’ un argomento con sterminate accezioni e la Bonvicini ha deciso di procedere per associazioni di idee: partiamo dal romanzo di formazione di gruppo, in cui il protagonista vive un’esperienza che lo farà crescere e l’amicizia contribuisce in maniera fondamentale al cambiamento del personaggio principale. Proprio a proposito di questo concetto sono stati presentati tre esempi: “Tom Sawyer” di Mark Twain, “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee e “La casa tonda” di Louise Erdrich. Si tratta di romanzi i cui protagonisti sono ragazzini poverissimi che, tramite un crimine, scoprono il mondo degli adulti e in queste avventure sarà per loro fondamentale l’amicizia, basata su una forte solidarietà e complicità.   

La seconda tipologia di amicizia è quella dovuta alla fascinazione, di cui sono un esempio “Il grande Gatsby” di Francis Scott Fitzgerald, “Pinocchio” nell’edizione di Giorgio Manganelli e “Il buio e il miele” di Giovanni Arpino.
Nel primo caso Nick, il protagonista è affascinato da Gatsby e la particolarità è che questi non viene presentato direttamente, ma lo si conosce a partire da piccoli indizi. Il fascino che il protagonista subisce è comprensibile da come ne parla e lo descrive partendo ad esempio dal suo sorriso. La curiosità in Gatsby nasce prima dal nome, poi dalle feste e dal suo passato.
Nel secondo caso Pinocchio viene attratto dal fascino negativo di Lucignolo, ma secondo Manganelli quest’ultimo “è più burattino di Pinocchio”, e gioca un ruolo fondamentale il rispecchiamento in questo personaggio: si tratta cioè di un tipo di fascinazione dovuto all’identificazione.
Nell’ultimo esempio Ciccio, il personaggio principale, è completamente sedotto dal Capitano, che deve accompagnare in un viaggio in treno.
In ognuno dei tre esempi, però, la figura misteriosa e fascinosa è in realtà la maschera di una grande fragilità che, nel momento in cui viene a galla, permette di vedere l’altro non più come l’ideale proiezione di se stessi, ma come un amico reale, a cui si può solo volere bene.

Però ci si può anche chiedere cosa non sia l’amicizia e a questo proposito la prima risposta sembra essere il tradimento. Anche in questo caso ci sono due categorie: una porta alla fine dell’amicizia, l’altra consiste in un tradimento a se stessi: l’invidia.
Possiamo assumere due esempi: “Jules e Jim” di Henri-Pierre Rochè e “Le affinità elettive” di Goethe. In entrambi i casi si tratta di un’amicizia molto forte, rovinata irrimediabilmente e tragicamente dal tradimento, perché, nonostante la volontà di superarlo, questo male li scavalca.
Per quanto riguarda l’invidia,si è parlato de “Il soccombente” di Thomas Bernhard e “L’accompagnatrice” di Nina Berberova, due romanzi in cui il protagonista è così ossessionato dalla perfezione dell’altro da non riuscire in alcun modo ad accettare i suoi limiti.

E infine, Caterina Bonvicini ha concluso la sua riflessione con una citazione di Mario Soldati che definisce l’amicizia
la fiducia reciproca di uno nell’altro,
senza nessuna domanda e senza nessuna offerta,
senza riconoscenza, senza possesso, senza servitù,
senza rinuncia, senza gelosia, senza paura:
che cos’è l’amicizia se non la forma più alta dell’amore?

Camilla Brumat
Francesca Valente