Oggi, martedì 14 aprile, alla Casa del Quartiere a Torino si è tenuta la conferenza stampa di apertura del Salone del Libro 2015.
Tra il pubblico eravamo presenti anche noi, i ragazzi del liceo Alfieri scelti per la redazione del Bookblog.

“PRENDERE POSIZIONE” è l’invito rivolto ai giovani di Andrea Bajani su cui lavora quest’anno il Bookstock.
Noi giovani ci sentiamo spesso dire di essere passivi, privi di voglia e incapaci di pensare autonomamente. Non è certo il miglior augurio quello rivolto a noi, che siamo il futuro del mondo in cui viviamo.
Il progetto “PRENDERE POSIZIONE” si pone quindi come obiettivo quello di deludere le aspettative, ovvero “prendere la propria posizione e rompere quelli che sono gli stereotipi”, dare a noi ragazzi una nuova carica e una possibilità di dimostrare che non sappiamo solo ripetere ciò che ci viene detto.

Saremo, infatti, noi a deludere le vostre aspettative al Salone, quelli su cui puntare.
Vogliono da noi una crescita, una dimostrazione di non essere capaci solo di fare “selfie“, ma di essere all’altezza del Salone del Libro.
E così sarà.

Un elemento fondamentale del progetto “PRENDERE POSIZIONE”, dunque, è la volontà di mettersi in gioco, che ci viene presentata da Bajani quasi come una sfida. Il “deludere le aspettative” già precedentemente descritto, verrà messo in atto dai giovani collaboratori del Bookblog.
Noi ragazzi, infatti, siamo il cuore pulsante del progetto descritto da Bajani: – Siamo abituati ad avere una visione stereotipata delle fasce di età e soprattutto dei giovani- dice – che vengono considerati come “ventriloqui di pensieri altrui”.

Si scende in campo e si schierano le squadre.
Palla al centro. L’arbitro fischia. Il gioco inizia.
Si prende posizione con il presupposto di trovarsi in uno spazio, da occupare con le proprie idee, da gestire per raggiungere il proprio obiettivo.
Quello di Bajani che, ridendo, ammette di non capirci nulla di calcio, è rendere i giovani capaci di porsi attivamente in una relazione dinamica con la cultura: mettersi in gioco quando il libro è il calciatore e l’autore diventa l’allenatore.
Da noi italiani, appassionati e passionali, con la migliore abilità a mettere il cuore in ciò a cui teniamo, da noi, che passiamo le domeniche allo stadio ad intonare cori per la squadra che ci fa commuovere, da chi, se non da noi, potrebbe partire il rinnovamento della lettura come dibattito e non come semplice passatempo?
Bajani e il Salone del Libro 2015 schierano le proprie squadre, che non giocheranno come avversarie in un derby, ma segnando il punteggio su un tabellone comune: disattendere le aspettative, rinnovare il modo in cui oggi si legge.
– Squadre grandi possono mettere in campo grandi risorse, tutti i giocatori possono infortunarsi perchè rimarrà sempre qualcuno in panchina da chiamare, ma le squadre minori rappresentano ciò che accade sempre nella cultura problematicamente – dice Bajani, proponendo subito una soluzione: – Ragioniamo qui, ora, insieme, su cosa significhi che la cultura abbia minori risorse e sul cosa possiamo fare con quella formazione un po’ sparuta che abbiamo in campo. Giocare partite con palloni gonfiatissimi o partite che facciano divertire il pubblico? – conclude.

Bajani porta avanti questa metafora calcistica, introducendo uno dei due progetti del Salone 2015: il “MUNDIALIBRO“, ossia una sfida tra i più grandi romanzi del ‘900 italiano, proprio come in uno scontro davanti ad un arbitro, in cui “anche solo l’1% della passione che mettiamo nel calcio, applicato ai libri, può essere il terreno in cui ci si scalda. Libri che sono essi stessi strumenti di presa di posizione nei confronti del mondo, per i quali si scendeva in campo un tempo”.
Destinatari del “MUNDIALIBRO” siamo noi, ragazzi delle scuole superiori, affinchè ci venga data la possibilità di riscoprire la meravigliosa letteratura del nostro paese. Infatti, le semifinali vedranno come protagonisti gli autori più noti: Calvino e il suo Barone Rampante contro Librera Nos a Malo di Meneghello e A ciascuno il suo di Sciascia contro Le mosche del capitale di Paolo Volponi.

Le radici del futuro, le mettiamo al passato.

Gaia Bertolone, Celeste Paccotti, Francesca Romualdi, Francesca Sorice, Redazione Alfieri