Presupposto, premesso, ammesso, accertato, FISSATO che il primo punto imprescindibile è che la violenza di genere è un problema in questo Paese,
cosa possiamo fare per combatterla?
Parlando di azioni politiche, Laura Boldrini, all’alba di un nuovo Governo, come Presidente della Camera ha già gettato le basi per un’azione politica, dichiarandosi aperta a ‘’stabilire una tabella di marcia’’ con le associazioni firmatarie di No More, le quali, dal canto loro, denunciano la necessità di <<stanziamenti economici adeguati e costanti ai centri antiviolenza/case rifugio>> e <<riconoscimento del livello essenziale di assistenza sociale (LIVEAS) per la violenza contro le donne». Ma il problema è anche legislativo: norme come l’allontanamento di uno stalker vengono applicate diversamente a livello territoriale, e se a volte questi viene allontanato nel giro di 48 ore, altre per niente isolato dalla vittima.
La Boldrini, come tante e tanti altri prima di lei, denuncia anche l’uso del corpo delle donne come strumento da parte delle multinazionali. Non siamo corpi che vendono prodotti nelle pubblicità, non siamo prodotti. Le leggi sono nulle senza un cambiamento culturale, un cambiamento del modo di vedere la donna. Ma questo è solo l’esempio di un discorso più amplio. In generale, se permettiamo la mercificazione della donna, ne affermiamo il ruolo di oggetto. Un oggetto è di qualcuno, e quel qualcuno può farci quello che vuole. Ma noi non siamo oggetti! Non ci si può usare, quindi tantomeno abusare.
Sebbene come concetto possa sembrare scontato, e forse formalmente già assimilato dalla società, di fatto i dati annuali dell’ Osservatorio del Telefono Rosa di Roma, (aggiornati a marzo 2013) registrano che la maggior parte delle violenze si registra ancora non per le strade, ma nelle famiglie, e gli autori, le bestie, sono persone vicine alla vittima. Quindi forse non è poi così scontato. E non dovremmo mai sottovalutare il potere suggestivo della televisione.
Cosa possiamo fare noi? Il primo passo sarebbe aprire gli occhi. Risvegliarci dal torpore che, da anni, annebbia le nostre menti, passive a tutto quello che i media ci propongono! Risvegliamoci! Guardiamo con occhio critico a quello che ci viene presentato, e non accettiamolo per forza. Non accettiamolo se mortifica la donna. E’ il primo passo per non accettarlo nella società.
Ludovica Barbieri,
Liceo Classico L. Ariosto, Ferrara.
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