Io propongo un personaggio del bene: Barthélemy Morlevent, protagonista di “Oh, boy” di Marie-Aude Murail.
Poco più che ventenne, dalle abitudini fondamentalmente egoistiche, si ritrova davanti a una scelta: continuare a vivere senza grossi problemi OPPURE accettare di occuparsi dei fratellastri orfani Siméon, 14 anni, smilzo per non dire emaciato; segni particolari: superdotato intellettualmente e malato di leucemia. Morgane Morlevent, 8 anni; segni particolari: gli adulti si dimenticano sempre di lei; sempre. Venise Morlevent, 5 anni; segni particolari: fa vivere delle torride storie d’amore alle sue Barbie. Non è dunque un eletto chiamato a salvare il mondo, Barthélemy. È semplicemente un tipo qualunque, uno di noi che è chiamato a una scelta che potrebbe stravolgergli la vita.
Lo scelgo come rappresentante del bene perché non è di supereroi, ma di esempi così che abbiamo bisogno nella vita di tutti i giorni, per incoraggiarci a smuoverci dal torpore e trovare la forza di prendere in pugno la nostra esistenza. “Oh, boy!” è un libro straordinario: sa affrontare con leggerezza temi come la depressione, la diversità, la violenza sulle donne, l’omogenitorialità, la malattia, il diventare grandi… facendoci commuovere, ma anche ridere, grazie a personaggi a cui ti affezioni, come se esistessero davvero. Ed è avvincente come un romanzo d’avventura!
Marie-Aude Murail, Oh Boy!, Giunti
Giovanni Del Ponte
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