Sono passati ormai quarant’anni dalla protesta delle nonne di Plaza de Mayo, nata per opporsi alle crudeltà compiute dall’esercito argentino e molti ragazzi, ma anche adulti e anziani erano presenti oggi all’incontro con Estela Robredo, ex prigioniera politica sotto la dittatura argentina, e Laura Onofri col desiderio di conoscere meglio il dramma che questo Paese visse negli anni ’70. Per riuscire a capire bisogna provare a teletrasportarsi nell’Argentina degli anni Settanta. Pensare di condurre una vita regolare, in un Paese normale e democratico. Immaginare che un giorno la nostra vita venga stravolta da un colpo di stato militare, che ci priva, tutto ad un tratto, della libertà di pensare, di opporci, di esporre le nostre idee e di vivere come meglio crediamo.
Abbiamo avuto la fortuna di ascoltare la testimonianza di Estela Robledo, che purtroppo questo dramma l’ha vissuto in prima persona. Estela ha deciso di raccontarci una parte della storia argentina, perché sostiene che solo conoscendo gli errori del passato, si può evitare di compierli un’altra volta. A questi drammatici anni della storia sudamericana è stato dato poco risalto in occidente, forse perché in fondo c’è anche la responsabilità dei governi dei paesi democratici se tutto ciò è avvenuto. Come dice Estela questo è un dramma politico, civile, militare. Tutti sapevano e pochi hanno fatto qualcosa per impedire che avvenisse. Molti degli aguzzini che si macchiarono di delitti imperdonabili, pluricondannati sono, ciononostante, liberi perché oramai ritenuti troppo anziani per sopportare la vita in prigione. I crimini commessi diventano più gravi, se si pensa che moltissime delle donne torturate, tra cui Estela Robredo, fossero all’epoca incinta; alla maggior parte di loro, vennero tolte con la forza i figli, cresciuti come propri dalle mogli degli aguzzini dei loro genitori. Questi ragazzi privati delle loro origini, divennero adulti, senza mai sospettare che, le persone che per anni avevano amato, erano in realtà dei crudeli assassini.
Proprio per questo motivo, è sorto il movimento delle Nonne di Plaza De Mayo, costituito da donne che hanno perso le tracce dei propri figli o nipoti e che, per anni, hanno continuato a pretendere verità. Il movimento è nato dalla protesta di dodici giovani donne nella piazza principale di Buenos Aires, davanti alla sede del parlamento argentino. Nel corso del tempo è diventato un movimento importante che nel 2008 ha vinto il premio Nobel per la pace.
Le nonne argentine hanno creato una speciale banca dati, dove hanno depositato il proprio DNA affinché chiunque, con dei dubbi sulle proprie origini, possa conoscere la verità. Durante l’incontro sono stati letti due brani presi dal libro “Chi sono io” : testimonianze di cinque figli di desaparecidos.
Il libro “Quarant’anni di memoria. Le nonne di Plaza de Mayo e la loro lotta” (Edizioni Gruppo Abele) è stato definito pesante ma leggero: tratta di temi difficili ma importanti per un pubblico di giovani a cui libro è destinato.
Le letture hanno fatto riflettere gli spettatori sul dramma che il golpe militare fu per bambini, ragazzi, adulti e anziani. Estela Robledo ha chiuso l’incontro sottolineando l’importanza di rimanere convinti delle proprie idee e di battersi sempre per poterle esprimere.
Alejandro Casaretto, I. C. Peyron.
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