Nella raffinata cornice del Teatro comunale di Ferrara si è svolto l’incontro introdotto e moderato da Vittorio Emanuele Parsi, politologo e professore dell’ Università Cattolica di Milano con tema la crisi e la guerra civile siriana. Gli ospiti non sono quelli indicati da programma, impossibilitati a tornare in Italia perché bloccati in Siria. Al posto di Robert Fisk, Haytham Manna e Christopher Stocker sono presenti Jonathan Whittal, Medici Senza Frontiere, Alex Thompson, di Channel 4 U.K. e Lorenzo Trombetta, collaboratore A.N.S.A. Si inizia con un’ introduzione generale sul lunghissimo conflitto siriano, con 6milioni di sfollati e 120mila morti, nel quale è molto difficile individuare quale componente abbia maggiore bisogno d’aiuto, sull’appoggio dato dal Qatar e dai sunniti mentre la Turchia “si è tirata indietro”. Inoltre la Siria è una sorta di “pivot regionale” che potrebbe essere coinvolta in varie situazioni critiche e riportare in auge la vecchia contrapposizione Stati Uniti- Russia. Whittal che ha vissuto per tre anni nel paese, racconta dell’incubo che quotidianamente il sistema umanitario vive: è molto complicato portare aiuti perché, oltre a dover aprire negoziati con tanti e diversi gruppi, i dottori sono anche percepiti in modo ostile e come bersagli. “Un medico teme l’assistenza medica”. Thompson narra invece delle difficoltà che si incontrano a riportare i fatti e a viaggiare. Più che mai in questo contesto è fondamentale raccogliere testimonianze di persona, non solo avere fiducia nei media che spesso diffondono menzogne e propaganda. Tuttavia anche in questo caso i giornalisti rischiano la vita per svolgere il loro lavoro. In conclusione è il turno dello storico della Siria contemporanea Trombetta che illustra la figura di Assad a cui nell’estate del 2000, invece che al fratello, il padre “consegnò le chiavi della macchina” costruita a partire dal 1970 e ne sfata il mito della conoscenza del mondo occidentale. Durante il periodo del suo “governo” le istituzioni formali legittimano il potere che si è chiuso sempre più in se stesso e non è stato ascoltato il popolo che chiedeva disperatamente riforme.
Numerose sono le domande poste dal pubblico, molto interessato e partecipe.
Margherita Dondi (Liceo Ariosto)
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