Due ragazze nella Resistenza: sono Rita Rosani e Marta, protagoniste dei due libri presentati insieme in Arena: “Il partigiano Rita” (Einaudi Ragazzi), di Paola Capriolo, e “Fuochi d’artificio” (Salani),  di Andrea Bouchard. Libri vicini per contenuto, ma decisamente diversi nello stile. Entrambi narrano infatti storie di ragazze partigiane, ma il primo ha lo stile di un documentario e alterna le informazioni storiche al racconto romanzato di momenti della vita di una protagonista realmente esistita, mentre  il secondo ha la forma di un romanzo vero proprio, incentrato sulla narrazione di una vicenda che di reale ha il contesto storico e ambientale (le valli del torinese) ben conosciute da Andrea.

I due  autori si alternano e integrano le due storie mescolandole anche al racconto personale: entrambi hanno avuto i genitori coinvolti nella Resistenza. La madre di Paola è stata staffetta partigiana, mentre Andrea è cresciuto da genitori che hanno vissuto da ragazzini le atmosfere della guerra partigiana, che sono entrate nella sua memoria.

Paola racconta come ha conosciuto la storia di Rita e perché ha voluto farla conoscere ai ragazzi. Andrea, invece, inizia cantando un paio di strofe di Bella ciao, accompagnandosi alla chitarra.  “Anche ad Hong Kong si canta questa canzone – dice – anche in Turchia e a Parigi, dopo l’attentato terroristico al Batclan. La più bella canzone della Resistenza italiana è diventata la canzone di tutti i popoli che resistono a qualche dittatura”. I due autori invitano a concentrarsi anche sul presente, sui “partigiani moderni” che ai nostri giorni combattono per la propria patria. La Resistenza – dicono – è un argomento di cui ai ragazzi bisogna parlare perché possano comprendere appieno le radici della nostra democrazia. Spesso infatti si pensa che i giovani non siano pronti ad affrontare certi temi, a sentire il racconto di certi eventi, ma questi eventi hanno segnato la nostra storia e noi dobbiamo fare i conti con questo.
Anche se non hanno vissuto personalmente il conflitto mondiale e la guerra di Liberazione, Bouchard e Capriolo sono decisi a tramandare il messaggio di libertà che ci arriva da tutti coloro che hanno combattuto nella Resistenza: per non dimenticare e non lasciare che le testimonianze degli orrori subiti e commessi scompaiano nel tempo.

L’incontro si chiude con le parole di un’altra canzone, questa volta scritta dallo stesso Andrea Bouchard: “Ho visto migliaia di ragazzi col fucile rischiare la vita per la nostra libertà”.

Giulia Lubatti, I.C. Peyron e Giulia Bordon, Liceo scientifico Copernico