“Sono uno scienziato.” Esordisce così la senatrice a vita Elena Cattaneo. Un’affermazione che appare banale. Un’affermazione che dietro la sua semplicità nasconde la rabbia e la forza di chi in nome di questa causa ha speso la sua vita. Una vita per la ricerca e per la scienza messa in dubbio da chi dello scienziato non ha nulla. Potrebbe essere riassunto così l’intervento della senatrice in occasione della presentazione del libro Le cellule della speranza. Il caso Stamina tra inganno e scienza. Un intervento duro, diretto, che senza giri di parole liquida Vannoni e il suo metodo come “un caso di ciarlataneria”. “Di fronte a questi episodi i miei studenti si chiedono quale sia il significato dei tanti anni spesi sui libri, si chiedono come tutto questo sia potuto accadere e per giunta in un paese come il nostro.” L’amarezza che traspare dalle sue parole è tale da far passare in secondo piano la presentazione stessa del libro. Fatto questo che può sorprendere, ma che dimostra indirettamente come vendite e profitti non possano che passare in secondo piano di fronte al sempre più grande bisogno di verità. Verità è quello che chiedono a gran voce Gilberto Corbellini e Mauro Capocci. I due autori del libro si soffermano solo brevemente sull’oggetto della presentazione per proseguire dopo poco sulla falsariga della sentitissima critica a cui la senatrice aveva dato il via. Gli interventi dei tre relatori sono stati preceduti dall’incisiva prefazione dello scrittore Antonio Pascale che ha voluto sottolineare il ruolo fondamentale che i mass media hanno giocato a favore di Vannoni e del suo metodo nell’influenzare l’opinione pubblica. E’ solo grazie ad un’informazione ingannevole e ad uno sconsiderato intervento politico ed istituzionale (leggi decreto Balduzzi) infatti, che Vannoni è riuscito ad insinuarsi nel circuito della sanità pubblica. Un fatto che viene ripreso e sottolineato con sconcerto da ognuno dei quattro protagonisti che vedono nel caso Stamina un clamoroso fallimento del sistema istituzionale italiano. Una sconfitta resa ancor più amara dalla presenza di precise leggi che regolano la materia, sistematicamente violate da Vannoni e da tutti quelli coinvolti nella somministrazione del suo metodo. Un “sangue di serpente” frutto delle fantasie di un ciarlatano qualsiasi, di fronte al quale l’intera comunità scientifica deve reagire con sdegno e risolutezza. La lotta a questo tipo di raggiri non può limitarsi però ai soli esperti del settore ma deve necessariamente coinvolgere attivamente ognuno di noi. La consapevolezza dei cittadini e una corretta informazione rappresentano l’unica possibilità che abbiamo di evitare altri “casi Stamina” e di non essere mai più un terreno fertile per il Vannoni di turno perchè, citando la senatrice “Di incompetenza si può morire.”
Michele Joris e Lisa Boschetti
Liceo Scientifico “E. Torricelli”, Bolzano
Nessun commento
Non ci sono ancora commenti, ma tu potresti essere il primo a scriverne uno.