È dura la vita per certi ragazzi, soprattutto se crescono in ambienti difficili, immischiati in situazioni pericolose e con compagnie sbagliate.

Questa è la storia di Claudio, un sedicenne di Roma, figlio di Aldo, che minaccia la gente e a chiede loro il pizzo.

Tutto ciò non piace a Claudio che però è costretto a eseguire gli ordini del padre e a commettere reati, la maggior parte delle volte assieme ai suoi amici Rocco, detto Puzzetta, e Radu, chiamato Ragno.

Un giorno Claudio conosce un ragazzino, Ghiacciolo. E sarà proprio Ghiacciolo a fargli capire che lui può essere diverso dal padre, che può essere un ragazzo buono e generoso, capace persino di dare una mano a coloro che ne hanno bisogno.

Forse, allora, riuscirà a rincoquistare Simona, la sua ragazza, che si era allontanata da lui e dal suo modo di vivere, per andare alla ricerca di un futuro diverso.

(…) E Simo non ne poteva più di tutto quel silenzio, di quel freddo che le arriva addosso dopo ogni abbraccio distratto di Claudio. E che la congelava quando vedeva il suo sguardo ravvivarsi solo alla vista di Ragno e di Puzzetta. Aveva una luce, Claudio, che con lei si perdeva in occhiate distratte.

Non la guardava mai negli occhi, per esempio.

E lei sapeva che pure quella era una delle cose che non voleva più. Come non voleva più i silenzi. E le giornate annoiate passate a fare niente. E la prepotenza dei ragazzi sulla spiaggia. E la volgarità delle frasi. E i baci senza tenerezza.

Non voleva più Claudio, da un po’.

Glielo aveva detto.

Ma, alla fine, proprio grazie a Ghiacciolo, Claudio riesce  a trovare la parte positiva che c’è dentro di lui.

 Ghiacciolo gli si mise vicino.

“Parevi un lupo.”

“Quando?”

“Quando combattevi co quello là.” Indicò Zagaja, che giaceva a terra, stordito. “Un lupo, dici. E non c’hai paura?”

Ghiacciolo scosse la testa.

“Eppure i lupi li mangiano, i bambini”

“Solo le femmine, come Cappuccetto rosso” ironizzò Ghiacciolo.

Claudio sorrise.

“Prendi un po’ il cellulare.” Gli indicò la tasca dei Jeans.

Funzionava il telefono.

“Chiama papà, così viene” mormorò. “Lo sai il numero?”

Ghiacciolo annuì deciso.

“E certo!”

“E certo” ripeté Claudio.

“Digli che arriva al campeggio bruciato, che non sbaglia. è facile.”

Il bambino fece la sua telefonata con una voce seria, quasi da grande.

Tornò accanto a Claudio.

“Fatto.”

“E bravo che sei.”

“Lo vedi che dei lupi come te non devo ave’ paura?”

“Perché, che lupo sarei io?”

“Un lupo… gentile, ecco” chiosò il bambino. Rimase pensieroso qualche secondo, poi s’illuminò.

“Eccolo il soprannome tuo! Lupo Gentile! Te piace?”

Gli piaceva, sì.

Questo libro, scritto da Luisa Mattia, scrittrice romana autrice di numerosi romanzi, credo possa aiutarci a capire problemi attuali come la crudeltà del pizzo. Si sofferma inoltre su un altro tema molto importante, quello della violenza sulle donne: la madre di Claudio, infatti, è spesso picchiata dal marito Aldo, che la maltratta senza scrupoli, anche perché nessuno ha il coraggio di dire niente.

Questo fa capire come la paura a volte sia più forte del coraggio della verità.

 

Irene Salamone, 3 H SMS Peyron, reporter Fuorilegge