“Ogni viaggio è un processo di apprendimento che poi confluisce nei miei libri”.

Jan- Philipp Sendker definisce così i propri libri: un viaggio affascinante che attraverso il confronto con gli altri consente un più approfondita conoscenza di sè, e poi aggiunge “la scrittura è un viaggio con me stesso neanche io so come andrà a finire quando lo inizio”.

Lo scrittore tedesco racconta poi della sua infanzia da “sognatore” carica di dialoghi interiori con la sua coscienza. Per questo Julia, protagonista dei romanzi Gli accordi del cuore e Gli scherzi del dragone, è per lui normale nonostante senta alcune voci che la spingono ad esplorare la Birmania paterna in cerca di risposte. Sono proprio quelle persone come Julia che lui definisce come “ricercatrici” quelle più interessanti anche se spesso difficili da capire. Esistono inoltre altre persone che lui dice “saper più di ciò che c’è tra cielo e terra” . E’ questo il caso di alcuni abitanti della Birmania, superstiziosi e animati dall’astrologia. Quella stessa terra ha cambiato la vita a lui e alla sua protagonista, le viene quindi chiesto quanto ci sia di vero nei personaggi: fin troppo o fin troppo poco?

“E’ difficile separare ciò che ho vissuto e ciò che ho evidentemente creato. Loro si plasmano da soli dopo tanti viaggi, entrano a far parte di me”.

Forse è per questo che gli risulta tanto difficile abbandonarli dopo averli visti nascere e crescere fra le sue pagine, ecco perchè rimangono come protagonisti di più libri.

Tuttavia l’ingenuità della Birmania si è trasformata nel tempo, diventando stampo del nostro occidente più meschino. Allora ha senso viaggiare per ritrovare lo specchio del nostro mondo soffocante?

la risposta arriva dallo stesso Sendker: ” Finchè avrò curiosità viaggerò, mi spaventa molto quel giorno in cui non l’avrò “.

 

Silvia Garuti,

Liceo L. Ariosto, Ferrara