Tra le voci indipendenti di quest’anno, hanno esordito, la mattina dell’8 maggio, come relatori l’autore Giacomo Mameli, i critici letterari Goffredo Fofi e Gianluigi Beccaria e come moderatore Stefano Salis.

Il loro fine era quello di presentare il nuovo libro di Giacomo Mameli, vera storia di Vittorio Palmas, oggi ultracentenario, sopravvissuto alla prigionia nel campo di concentramento di Bergen Belsen e che ha deciso di raccontare la sua storia solo all’autore e non, ad esempio, alla famiglia, forse anche per vergogna. E’ invece lo scopo dell’autore divulgare non solo storie di grandi personaggi, di “generali”, ma anche dare voce a chi, di voce, non ne ha mai avuta, a “soldati semplici”. La conferenza ruota proprio intorno a questo argomento.

E’ intervenuto per primo il critico Gianluigi Beccaria, che ha spiegato di cosa si tratta quando si parla di forno e sirena, che possono evocare un’atmosfera da favola, ma fanno in realtà riferimento al forno crematorio ed alla sirena che annunciava i bombardamenti. Si è soffermato poi sull’aspetto linguistico del libro, che integra parti in sardo con parti in italiano ed ha uno stile estremamente conciso e crudo, con un’assoluta assenza di retorica.

Ha poi parlato Goffredo Fofi, che ha ripreso l’ultimo concetto spiegato da Beccaria per affermare che a volte un volume prolisso si può perdere in chiacchiere e non definire delle idee, mentre un libro conciso è in grado di trasmettere tematiche molto importanti. A proposito di tematiche, ne elenca sette che secondo la sua opinione sono pertinenti all’opera di Mameli:

1. l’importanza di dare voce a punti di vista minori

2. raccontare la guerra nei suoi due aspetti fondamentali: i lager ed i bombardamenti, di cui si è parlato poco, essendo stati sempre considerati il “male minore” (servivano ad accorciare i tempi del combattimento)

3. tema delle storie di vita: dagli anni ’50 in poi è cominciato l’interessamento verso una letteratura “di testimonianza”, che raccoglieva le esperienze di coloro che avevano vissuto direttamente gli eventi trattati

4. giornalismo responsabile: chi fa questo mestiere al solo scopo di ricevere un compenso non si rende conto dell’importanza del suo ruolo inquinato divulgatore di storie.

5. “disunità d’Italia” e “paura” delle province: le grandi storie sono racchiuse nelle persone che vivono in provincia, che spesso hanno vissuto esperienze da raccontare ma non ne hanno la possibilità, come Vittorio Palmas

6. la tendenza ad edulcorare il passato e a trascurare il presente

7. la posizione di marginalità che hanno assunto gli anziani al giorno d’oggi che sono spesso ignorati, mentre invece essi sono i depositari della storia e della cultura

La conferenza di chiude con l’intervento dell’autore stesso, che spiega come “Il forno e la sirena” di leghi al suo precedente libro, “La ghianda e una ciliegia” per simmetria di contenuti, temi e linguaggio.

Federica Romania e Francesca Romano

Redazione Alfieri, Torino