“La letteratura indiana è un mistero” afferma Kunal Basu, scrittore indiano dallo spirito cosmopolita, che riconosce l’esistenza di diciassette- diciotto differenti tradizioni letterarie, nel suo Paese, da duemila anni fa fino a oggi. I tre ospiti presenti oggi al Teatro Comunale, Janice Pariat, Chandrahas Choudhury e Basu, sono scrittori e poeti indiani che, attraverso un vivace dibattito promosso dalla moderatrice Giulia Zoli (Internazionale), hanno parlato dell’importanza della letteratura e delle peculiarità della scrittura indiana, in particolare del loro stile. La moderatrice ha rivolto alcune domande generali ai tre ospiti sulle loro origini e le loro fonti di ispirazione: tutti e tre sono originari dell’est dell’India e provengono da famiglie di ceto medio, quindi hanno avuto la possibilità di studiare e di conoscere la letteratura internazionale. Kunal Basu è un appassionato di romanzi storici e d’avventura, che lo hanno significativamente influenzato; per questo motivo ha ambientato i suoi romanzi in epoche, luoghi e città lontane così da sentirsi padrone del mondo. Chandrahas ha letto diverse opere di autori italiani tra cui Boccaccio e Verga, mentre Janice più che da altri autori, si ispira al periodo dell’adolescenza che trova interessante poiché “la società non ha ancora posto le sue grinfie sui ragazzi”.
Un altro tema trattato nell’intervista è quello del plurilinguismo e del privilegio di poter cambiare lingua e forma della narrazione a seconda del ceto dei protagonisti e del contenuto dell’opera.
Infine i tre scrittori hanno fornito alcuni consigli su come orientarsi in questo mestiere, come il dosare la realtà e l’immaginazione e il consentire al cervello di abbandonarsi alla fantasia.
Caterina Giorgi e Elisa Bellantoni (Liceo Ariosto)
Lucia Caron (Liceo Alfieri)
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